"È una cosa enorme". Come possiamo definirla diversamente, e questa volta lasciamo il titolo dell'ultima impresa proprio al protagonista. Jannik Sinner ha messo un'altra gemma nella sua carriera d'oro: primo titolo vinto a Parigi, prima doppietta nell'arco di una settimana (dal successo di Vienna), ritorno al numero uno del mondo dopo 8 settimane di regno Alcaraz. Con tanta fatica, che è il valore aggiunto dell'ennesima impresa. Giù il cappello, insomma, come ha fatto il suo team per celebrare la vittoria in finale, e in due set (6-3, 7-6), contro Auger-Aliassime.
Non è infatti solo questione di fargli i soliti complimenti, ma sono i due ultimi mesi passati dalla sconfitta di New York contro Alcaraz che spiegano la differenza di un campione assoluto. Sinner si è messo a lavorare con i coach, ha cambiato dei particolari, si è impegnato sulle variazioni nel servizio e alla fine ecco i risultati. Si chiama sacrificio, e per questo lui dimostra di essere un esempio per molti: quindi se chiede un po' di riposo dopo le Atp Finals forse al di là degli errori di comunicazione (urgono consigli in materia) qualche ragione dobbiamo pure dargliela. Per cui ora pensiamo a Torino, che a questo punto deciderà la disfida per il dominio della classifica a fine anno: le variabili sono da Settimana Enigmistica, ma basta sapere che alla nostra Volpe Rossa non basterà riconfermarsi campione alle Atp Finals se Alcaraz vincerà tutte le 3 partite del girone. Nel caso invece Carlos non faccia l'en plein, Jannik dovrà vincerne una più del rivale e poi il titolo. Insomma non dipende da lui, "ma comunque andrà lì, io e il mio team siamo soddisfatti già così spiega sorridente -. Questo è stato un torneo incredibile, siamo arrivati con tanti dubbi, il focus era di recuperare energie ma io volevo mettermi in gioco. Ho avuto la fortuna di fare partite veloci e già ieri mi sentivo meglio. Questa vittoria serviva a me e al mio staff, e il numero uno è un risultato incredibile considerando quello che è successo quest'anno".
Era dal 2003, e fino a quando poi l'anno dopo non è arrivato Federer (2 febbraio 2004), che non si vedeva un'altalena del genere in cima al ranking: allora si scambiarono il trono Hewitt e Agassi due volte, più Ferrero e Roddick. L'arrivo di Roger (che detiene il record di settimane consecutive, 237 delle 310 complessive) sparigliò il campo, la rivalità con Nadal e Djokovic ha poi trasformato il tutto in un'oligarchia tennistica. Oggi Sinner inizia la 66esima settimana da Re, con lo spagnolo fermato a 44.
Poi c'è anche la pratica Musetti, che alla Defense Arena aleggiava come un fantasma interessato: la sconfitta di Auger-Aliassime lo fa restare in gioco per qualificarsi all'evento finale dei primi 8 al mondo, ma dovrà conquistare questa settimana il torneo di Atene visto che il canadese non giocherà a Metz. "Io spero che Lorenzo ce la faccia ha detto alla fine Sinner dopo avergli fatto il favore -: sarebbe bellissimo essere a Torino in due nel singolare più la coppia di doppio. Siamo una squadra e quando non giochiamo contro ci spingiamo l'uno con l'altro". Così parla un Numero Uno ("Anche se non so per quanto ma me la godo") e seppoi Djokovic decidesse davvero di rinunciare alle Atp Finals, Musetti non dovrebbe faticare e l'Italia gli farebbe un monumento. In fondo Novak è stato numero uno per 426 settimane, più di 8 anni: dài, che gli costa?

