Lovaglio incassa l'ok del ministro. Siena prende tempo sullo Statuto

Scritto il 19/12/2025
da Marcello Astorri

E su Mediobanca confronto tra soci per il delisting

L'ad di Mps, Luigi Lovaglio, incassa l'apprezzamento del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti senza se e senza ma. Durante l'informativa di ieri alla Camera dei deputati, il titolare del Tesoro ha affermato che "anche grazie all'oculato lavoro del management" di Mps, c'è stato "un progressivo rafforzamento della banca", con un valore per azione che è passato "da 1,95 euro nel 2022 a 5,52 euro per azione nel 2024, fino a superare gli 8 euro a dicembre 2025. Ho ribadito la piena fiducia all'amministratore delegato Lovaglio, nominato dal precedente governo, che ha gestito l'operazione di salvataggio e risanamento e ha percepito un compenso esponenzialmente inferiore rispetto agli amministratori delegati di banche di dimensioni comparabili". Lovaglio - che ha ricevuto un avviso di garanzia nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sulla scalata a Mediobanca - rimane dunque saldo al suo posto. Nel frattempo, il consiglio d'amministrazione interlocutorio per Mps, nel cui contesto si è parlato diffusamente delle strategie future riguardo a Mediobanca. Non si è arrivati a un dunque circa la nuova organizzazione del gruppo, con la convocazione dell'assemblea straordinaria dei soci per l'approvazione del cambio di statuto che in mancanza del via libera della Banca centrale europea dovrebbe slittare alla fine di gennaio. L'istituto centrale sta vagliando la richiesta di poter cambiare lo statuto in modo da poter presentare una lista del cda uscente. L'ok dovrebbe arrivare dopo le feste e solo allora il board di Siena potrà convocare l'assise.

Lovaglio è attualmente protagonista di un vivace dibattito interno su quello che sarà il futuro di Mediobanca. Il numero uno di Rocca Salimbeni sarebbe più orientato a un processo di integrazione più intenso, che passi attraverso il delisting di Piazzetta Cuccia. L'idea sarebbe di spostare il credito al consumo di Compass sotto l'ombrello di Mps, con Lovaglio a ritenere che le due attività insieme possano sprigionare sinergie di ricavo interessasanti. L'investment banking e la gestione patrimoniale di fascia alta, invece, dovrebbero rimanere sotto al cappello di Mediobanca, preservandone il marchio.

Questa visione, tuttavia, non sta incontrando la piena adesione di alcuni soci forti come per esempio l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone che vorrebbe invece mantenere Mediobanca quotata e indipendente rispetto a Mps. Si vocifera pensi lo stesso anche l'amministratore delegato Alessandro Melzi d'Eril, che in uno scenario di fusione vedremme ridimensionata anche la sua posizione. Le divergenze, in ogni caso, troveranno un punto di caduta, con Lovaglio che gode ancora di un certo credito per la gestione degli ultimi anni e il successo dell'operazione-Mediobanca.