Con la legge di bilancio per il 2026 entra in scena una misura destinata a far discutere, un voucher fino a 1.500 euro per le famiglie che scelgono di iscrivere i figli alle scuole paritarie. Il contributo è contenuto in un emendamento alla manovra economica e punta a sostenere i nuclei con reddito Isee non superiore a 30 mila euro, introducendo un aiuto economico mirato per coprire parte delle spese scolastiche.
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, aggiornati al 31 agosto 2024, sono oltre 770 mila gli studenti che frequentano istituti paritari in Italia. La platea potenzialmente interessata dal provvedimento riguarda in particolare gli alunni della scuola secondaria di primo grado e quelli iscritti al primo biennio delle scuole secondarie di secondo grado, ambiti su cui si concentra il nuovo intervento.
Come funziona il bonus
Il bonus, finanziato con uno stanziamento complessivo di 20 milioni di euro per il 2026, sarà riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sotto forma di contributo individuale, con un importo che potrà arrivare fino a 1.500 euro per studente. La cifra effettivamente erogata non sarà uguale per tutti, è infatti previsto un meccanismo a scaglioni inversamente proporzionali al reddito Isee, così da garantire un sostegno maggiore alle famiglie economicamente più fragili, sempre nel rispetto dei limiti di spesa autorizzati.
L'attuazione della misura
L’attuazione concreta della misura non sarà immediata. Le modalità operative, comprese le procedure per la richiesta del voucher e i criteri di assegnazione, saranno definite da un decreto attuativo del Mim, che dovrà essere adottato di concerto con il Ministero dell’Economia. Il provvedimento dovrà anche tenere conto di eventuali contributi già riconosciuti dalle Regioni per le stesse finalità, stabilendo i tetti massimi cumulabili per evitare sovrapposizioni.
Il confronto con l'opposizione
Sul piano politico, l’introduzione del voucher ha acceso un acceso confronto. Le opposizioni, in particolare il Movimento 5 Stelle, contestano la scelta di destinare risorse alle scuole paritarie mentre, secondo le stime denunciate, la stessa manovra prevede tagli consistenti alla scuola pubblica, pari a quasi 900 milioni di euro nei prossimi anni. Una linea giudicata incoerente e penalizzante per il sistema statale, già alle prese con riduzioni di organico e accorpamenti territoriali.
Il dibattito resta quindi aperto da un lato chi difende il voucher come strumento di sostegno alle famiglie e di libertà di scelta educativa, dall’altro chi teme che il provvedimento possa accentuare le disuguaglianze e sottrarre risorse alla scuola pubblica. Molto dipenderà dalla versione finale della manovra e dai contenuti del decreto attuativo, che chiarirà come e a chi il bonus sarà effettivamente riconosciuto.

