AGI - Il vaccino contro l'herpes zoster riduce il rischio di demenza e potrebbe rallentarne la progressione in pazienti che hanno già ricevuto la diagnosi. Lo rivela uno studio condotto da una squadra di ricerca della Stanford Medicine, pubblicato su Nature e su Cell.
L'herpes zoster è un'infezione virale che provoca un'eruzione cutanea dolorosa e ha origine dallo stesso virus che causa la varicella, il varicella-zoster. Dopo aver contratto la varicella, solitamente durante l'infanzia, il virus rimane dormiente nelle cellule nervose per tutta la vita. Nelle persone anziane o con un sistema immunitario indebolito, il virus dormiente può riattivarsi e causare l'herpes zoster.
Demenza: una sfida globale e nuove prospettive di ricerca
La demenza colpisce oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, con circa 10 milioni di nuovi casi ogni anno. Decenni di ricerca sulla demenza si sono concentrati principalmente sull'accumulo di placche e grovigli nel cervello delle persone affette da Alzheimer, la forma più comune di demenza. Tuttavia, in assenza di progressi nella prevenzione o nel trattamento, alcuni ricercatori stanno esplorando altre strade, tra cui il ruolo di alcune infezioni virali.
I risultati dello studio in Galles
In particolare, analizzando le cartelle cliniche di oltre 280mila anziani in Galles, il vaccino è risultato associato a una diminuzione del 20% della probabilità di sviluppare demenza nei sette anni successivi alla vaccinazione. Questo risultato è stato possibile grazie a un "esperimento naturale" nel programma vaccinale del Galles, che ha assegnato l'accesso al vaccino in base all'età, 79 anni, creando due gruppi omogenei quasi randomizzati. Il vaccino utilizzato era una forma viva attenuata del virus varicella-zoster.
Effetti del vaccino sulla progressione della demenza
Lo studio ha inoltre mostrato che chi ha ricevuto il vaccino dopo la diagnosi di demenza ha avuto una progressione più lenta della malattia e una mortalità per demenza più bassa nei nove anni di follow-up. L'effetto protettivo è risultato più pronunciato nelle donne, probabilmente per differenze immunitarie.
Implicazioni e prospettive future
Questi risultati consolidano l'ipotesi che virus neurotropici, come l'herpes zoster, possano contribuire allo sviluppo della demenza e suggeriscono che la vaccinazione potrebbe essere un intervento preventivo e terapeutico importante nei confronti della demenza. Ulteriori conferme da studi clinici randomizzati sono necessarie per consolidare queste scoperte e guidare politiche vaccinali future. La ricerca apre nuove prospettive per la prevenzione e il trattamento della demenza, particolarmente rilevanti in un contesto di incremento globale dei casi.

