Mafia: maxi-blitz a Roma al clan Senese, 14 arresti

Scritto il 05/12/2025
da agi

AGI - Maxi blitz dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma, su delega dei pm della Direzione Distrettuale Antimafia, in relazione al clan Senese.

I militari hanno eseguendo un'ordinanza, emessa dal gip Flavia Costantini che dispone la custodia cautelare in carcere per 14 persone, accusate, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, porto e detenzione illecita di armi da sparo, estorsione aggravata dal metodo mafioso e (in alcune ipotesi) dal fine di agevolare le attività dell'associazione mafiosa dei Senese, tentato sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso.

Il provvedimento restrittivo scaturisce da una più ampia attività investigativa avviata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, dietro il coordinamento della Dda che ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari circa le responsabilità riguardanti: due tentati omicidi avvenuti a Roma; attività di spaccio di stupefacenti; un tentativo di estorsione nei confronti di un gioielliere della Capitale su cui convergevano gli interessi anche del clan Di Lauro, attivo nella provincia di Napoli, da parte di un malvivente romano che, nell'ambito della condotta delittuosa, lasciava falsamente intendere di essere un emissario della famiglia Senese, così determinando la reazione violenta sia del sodalizio campano che di quello capitolino, rappresentato da Angelo Senese, fratello del più noto Michele, con conseguente richiesta "risarcitoria"; un tentativo di sequestro di persona. Perquisizioni sono tuttora in corso alla ricerca di fonti di prova. 

Gli arrestati

Tra gli arrestati spiccano nomi di peso della scena criminale: Angelo Senese, fratello di Michele; Ettore Abramo, detto "Pluto" e già vice di Fabrizio Piscitelli "Diabolik"; Girolamo Finizio; i fratelli Alvise e Leopoldo Cobianchi; Kevin Di Napoli.

Per tutti, il giudice Costantini ritiene il carcere "l'unica misura idonea" a tutelare le esigenze cautelari, escludendo soluzioni meno afflittive, compresi i domiciliari con braccialetto elettronico, non ritenuti sufficienti a prevenire il rischio di nuove condotte intimidatorie o interferenze con le indagini.

Nell'ordinanza di 87 pagine, il gip sottolinea come i reati contestati siano accompagnati da "gravi intimidazioni nei confronti delle persone offese e delle persone informate sui fatti", indice di una "inclinazione caratteriale aggressiva" tale da rendere concreto, in caso di libertà', il pericolo di pressioni e violenze. Un "quadro allarmante", quello descritto negli atti. Nel provvedimento si ricostruiscono anche i retroscena dei due tentati omicidi e del tentato sequestro della persona conosciuta come "Il Bove".

Le intercettazioni documentano le dinamiche interne al gruppo: "Lo ammazzate, incaprettatelo", dicono alcuni degli indagati, mentre parlando di Ettore Abramo lo definiscono "un uomo d'onore che non c'entra più niente", aggiungendo che "lo vogliono da lui o lui o i soldi o la testa sua". Per il gip, Abramo avrebbe avuto un ruolo "decisivo ed essenziale" nell'ideazione e nella fase iniziale del sequestro. Le perquisizioni sono ancora in corso alla ricerca di ulteriori fonti di prova. Nell'operazione sono state arrestate altre due persone, estranea all'ordinanza di custodia cautelare, per reati di droga.